31.12.11

Il parto e la nascita.

Scrivo per me e per imprimere il più a lungo possibile le emozioni di questa nascita, estrema tenerezza, nostalgia, dolcezza, amore. Scrivo qui perché questo mondo virtuale si interseca in modo imprevedibile con quello reale. 
Sognavo di poter vivere un’esperienza unica di parto, ma mi sono subito resa conto di esser lontana da quel tipo di consapevolezza e arrendevolezza, per lo stesso motivo ho rinunciato a partorire in modo più naturale e lontano da ambienti medicalizzati, nonostante avessi la possibilità di essere presso la Casa di Maternità, proprio qui a Bologna. 
Mi conosco.
Volevo una via di mezzo. Volevo poter avere intorno un ambiente vicino alla donna, dove fosse tenuta al centro insieme al nascituro, ma allo stesso tempo volevo essere sicura, certa di essere assistita, in caso di necessità, da medici in gamba. 
Nel frattempo ogni giorno, a volte per più volte al giorno, ho ascoltato un file di Hypnobirthing, scaricato gratuitamente dal web, che mi ha aiutato a rilassarmi moltissimo e a focalizzare quel momento, quello del parto, come speciale, vedendomi in grado di viverlo con grande forza e gioia, insieme al mio bambino.
Quella notte si sono rotte le acque, a letto. Che gioia, il momento di abbracciare il piccolo Edorado si avvicinava e con grande calma e tranquillità abbiamo organizzato le ultime cose e ci siamo diretti all’ospedale Maggiore di Bologna. 



Quella notte era tutto pieno, persino negli altri ospedali della città e volevano mandarmi a Ferrara o a Cento. Ecco, io proprio non immaginavo partisse così. E allora il mio bambino ha iniziato a lavorare con me, con contrazioni ogni 4 minuti, tali che non potevo essere spostata da altre parti, tali che non ci hanno potuto trasferire altrove.


Da quel momento tutto è andato rallentando, le contrazioni sono quasi sparite e io sono rimasta quasi 24 ore senza nessun segnale, senza che succedesse niente, eccetto rilassarmi ancor di più, ascoltando i miei 42 minuti di visualizzazioni e ipnosi, immaginando una nascita stupenda. 


Fino a notte. Quando una splendida e bravissima ostetrica mi ha preso in suo carico, in una saletta solo per noi con pareti giallo ocra e luce soffusa, chiedendomi se avessi della musica da ascoltare che a lei avrebbe fatto piacere, spiegandomi quanto fosse importante che la donna sia tranquilla e felice, di come sia centrale che questa rilassatezza potesse essere concreta sul mio corpo, durante quelle contrazioni, che effettivamente per le prime due ore sono state diverse, accogliendole invece che ostacolandole, immaginando che ognuna di loro fosse un passo in più verso la conoscenza di Edoardo. 



La voce di questa ragazza, molto più giovane di me, è stata il filo conduttore tra me stessa e il mondo fuori, in quei momenti. Sentivo solo il mio corpo e la sua voce. Gli occhi erano chiusi, il mio cervello aveva iniziato a produrre quelle magnifiche droghe che sono le endorfine e tutto era morbido e ovattato, nonostante le contrazioni fossero sempre più intense e effettivamente molto dolorose. La mia voce a volte cambiava cercando suoni più bassi, altre volte non riusciva a trattenersi. Il tempo era fermo, immobile, alternando sali e scendi di dolore e riposo. Ogni cosa era quello. Niente altro. Non c’era spazio o tempo. La voce di questa ragazza che mi diceva cosa fare era il legame con la realtà. E il mio compagno di vita accanto, ovviamente.
Edoardo ha lavorato con me, si è girato nella giusta posizione, letteralmente da solo spingeva per uscire. Non ero io a farlo, ma lui. Il mio pensiero concentrato era proprio “breath your baby out”, con dolcezza, e ciò accadeva. 
Nelle pause sono riuscita persino a fare delle battute ironiche, chiedendo a turno,  l’epidurale e poi il cesario, sorridendo poi della richiesta, ma lì il male era veramente insopportabile. E poi quando la testa ha iniziato a vedersi e tutto là sotto perde quasi sensibilità, sono bastate 5 spinte, di quelle che senti più la fatica che il male. E ho sentito come svuotarmi dentro, mentre il suo corpicino, ancora a metà tra la vita dentro e quella fuori, decisamente era fuori e poi nella penombra della camera ho sentito la sua voce e poi subito il suo contatto con la mia pancia.



I suoi occhi cercando i miei verso l’alto, il suo odore lievemente acre, dolcissimo. L’ostetrica ha atteso che il cordone smettesse di pulsare prima di permettere a Salvatore di tagliarlo. I vestiti di Edoardo erano già in caldo dall’inizio, sotto al materassino riscaldato del fasciatoio. Le parole dell’ostetrica sono sempre state di grande incoraggiamento, di forza, di aiuto, sempre reali e sincere. Mi hanno chiesto se volessi tenere ancora Edorado vicino, fino a quando fossi pronta per lasciarlo per lavarlo. 



Qui la seconda ostetrica è arrivata e ho assistito da lontano al bagnetto, fatto con un amore e dedizione tale da lasciare incantati, con parole sussurrate, lievemente vicino all’orecchio del mio bimbo, con movimenti lenti e modulati, con solo carezze per quella epidermide nuova di zecca, senza far piangere Edorado, chiedendo a Salvatore di fare foto senza flash. 



Ecco.
Gliel’ho detto quanto fossero brave, se lo meritano. 
Credo che ogni parto sia diverso, persino per la stessa donna, credo che non ci debbano essere estremismi, di nessun genere, credo che la differenza la faccia chi ti è vicino in quel momento, credo che ogni situazione passa attraverso il rispetto e la professionalità, credo che ci possano essere situazioni di parto naturale anche in ospedale, con la stessa cura e attenzione che si può ricevere in realtà meno medicalizzate. Fondamentalmente credo che la differenza la facciano sempre, come in ogni situazione, le persone. 
E l’hypnobirthing? Mi ero ripromessa di parlarne se avesse funzionato. Ad essere sincera il risultato c’è stato a metà.
Usandolo giornalmente tale era il senso di rilassatezza che puntualmente mi addormentavo, cosa ritenuta positiva dal narratore, quindi questo è stato già il primo beneficio, e fino a che non sono arrivate le contrazioni più forti, ha funzionato anche sul campo, nel senso che c’era il dolore ma era come lontano e prevaleva la rilassatezza delle parti interessate. Poi quello che è cambiato non è stato solo il dolore e la sua intensità ma anche la mia capacità di concentrarmi su di esso, nella fase in cui si deve spingere ho sentito invece netto il beneficio di visualizzare dolcemente “breath your baby out”.
Quindi per chi fosse ancora in tempo, chissà, potrebbe essere una buona risorsa da cercare e coltivare per il gran giorno.
Edoardo ora dorme, principalmente si concentra su questo e sul cibo. Il mio seno ha già il latte, in abbondanza, anche se sono stata costretta ad aggiungere quello artificiale i primi due giorni. Io sono solo molto molto stanca, con un mal di schiena che mi lascia poca autonomia, ma in fondo mi spettano almeno 40 giorni di puerperio per riprendermi, concentrandomi su di me, il piccolo e poco altro. Intorno i bambini sono sempre saltellanti e felici di avere tra noi Edoardo, esultano. Il mio compagno di vita è, come sempre, degno del suo ruolo. Lo adoro.
Questo post è molto lungo, lo so, ma non potevo evitarlo.
Grazie a tutti voi che siete passati da qui con i vostri messaggi di auguri, li ho letti uno per uno e sono stretti nel mio cuore, GRAZIE!
Come meglio concludere questo anno, il 2011, se non così? 



Vedere con il cuore i propri sogni aiuta a realizzarli. E ancor più, prima di vederli concretizzare nella propria vita, provare gratitudine per essi. Ognuno di noi può farlo. 
Auguro ad ognuno di voi un Nuovo Anno splendente di vittorie, colmo di desideri divenuti realtà, ve lo auguro con tutto il cuore.



24.12.11

Edoardo.


23 dicembre ore 3.27
3.810 kg
51.5 cm
Edoardo.
Stiamo tutti bene, felici.
Buon Natale a ognuno di voi. Di cuore. 

21.12.11

Quanto manca...

...al Natale? Solo pochi giorni!


Voi avete tutto pronto?

20.12.11

Bambole.

Qualche settimana fa ho frequentato un corso per bambole Waldorf, avevo già creato le mie prime due per Daphne ed Ethan, ma l'ho fatto seguendo un libro, senza nessuno che potesse indicarmi suggerimenti o correggere errori, tanto che la testa della bambola per Daphne era stata disfatta varie volte prima di arrivare a quella definitiva.


Il corso è stato di grande aiuto e questa volta la bambola creata è più adatta a bimbi un pò più piccoli, già dai 3 o 4 anni, l'età classica che li vede giocare ma con le bambole nude. Avete notato che le spogliano sempre? Per loro i vestiti sono un'orpello in più, assolutamente niente di essenziale, mentre più avanti, verso i 6 o 7 anni si divertono a cambiare i vestiti e provare nuovi abbinamenti. 




Quindi dicevo, per essere una bambola per bimbi più piccoli ha un vestito fisso, un pigiamino se vogliamo, che non si può togliere perchè cucito alle mani e alla testa e imbottito di calda lana. Può essere in stoffa cedevole o lavorato a maglia. Io ho scelto questa ultima versione.


Creare una bambola è un'esperienza unica e personale, nel mio caso avevo in mente il piccolino che deve ancora nascere, non so perchè lo vedo biondo e con gli occhi azzurri, e dare forma alla testa e al corpo è stato un pò come entrare in contatto più profondo con lui. Terminato il lavoro sarà il dono che proprio il nascituro regalerà a Ethan, mentre Daphne riceverà la splendida bambola di Silvia


E' un bellissimo progetto da portare avanti per i propri figli, forse anche per Natale con un pò di impegno, ma anche in ogni momento dell'anno sarà una splendida sorpresa, delicata, unica e personale. 


Chissà se gli assomiglierà davvero?

19.12.11

Ultimi progetti.

Buon Lunedì a tutti. 
Abbiamo ultimati gli ultimi progetti prima del Natale, prima del parto, prima che le cose cambino.
Pochi ritocchi e finalmente i bambini giocheranno a qualche centimetro da terra, semplicemente con  un cubo di legno forato e una corda.


Potranno disegnare a piacimento su qualsiasi ripiano o semplicemente sulle ginocchia, con abbondante spazio intorno, liberi, utilizzando una tavola leggera ben levigata e smussata agli angoli.



Dopo aver letto il post di Cavoletto di Bruxelles, qualche giorno fa non ho saputo resistere a farne alcuni barattoli per i regalini homemade. Semplice e profumata un pò è al riparo conservata anche nella mia dispensa.


Per il resto tutto tace, silenzioso, letteralmente in attesa, sogno di vedere al più presto il piccolino in arrivo, nel frattempo provo a parlare con lui, attraverso il nostro prezioso e segreto linguaggio, il cuore, immaginandolo, anticipandogli di cosa godrà stando con noi, ascoltando i suoi movimenti e interpretando i suoi desideri.

Avete notato il rosso anche sui barattoli? Ripeto che voglio un Natale rosso rosso rosso.


16.12.11

Kung-fu.

Panda. Ultimo approccio dei miei due piccoli ad uno schermo tv. Noi non abbiamo la TV, ma questo non vuol dire che loro non la guardino mai, mai, mai. Di tv ne è pieno il mondo, specie quello dei nonni, degli amici e di tanti altri. Così dopo aver assorbito letteralmente il cartone, nei giorni a seguire in casa si è sentito parlare solo di Cina, di occhi a cinese, di vestiti cinesi, a tavola si è mangiato con bacchette cinesi, il tutto condito con mosse tipiche dell'arte marziale di cui si parla per tutto il film


Almeno il vestito è rosso, come tanto desidero in questo periodo. 
Per un Natale rosso rosso rosso.

15.12.11

Atmosfera.

Sarà la gravidanza, sarà che quest'anno sono a casa, sarà che adoro le luci basse in casa, sarà che lo sogno rosso e di rosso in giro ne vedo. Insomma, manca poco al Natale e mi voglio godere questi ultimi momenti prima del gran giorno.


Raccolgo così intorno al cuore ondate avvolgenti di amore. E altrettanto ne auguro a voi.

14.12.11

Praticamente

L'ultimo  lavoro terminato in casa a favore del piccolo che arriverà presto è il fasciatoio che abbiamo scelto di posizionare in bagno. Il tutto nasce da l'ispirazione avuta grazie ad un post di Equazioni, che lo vede creato con i bancali poggiati sulla vasca. 

In precedenza il fasciatoio lo avevamo in camera dei bimbi, ad un passo dal bagno, dato che casa nostra sembra quelle della bambole, ma comunque dovevo attraversare 2 porte con in braccio il bimbo, sicuramente con le gambine scoperte e magari con il culetto sporco che a volte toccava una tenda che abbiamo nelle vicinanze. E' sempre andata così. 

Ma dopo aver letto quel post ho deciso che sarebbe stato meglio in bagno, unico problema lo spazio, veramente ridotto. In bagno noi abbiamo un cesto in legno per i panni sporchi, fatto da noi su misura, così dura una vita, accanto alla vasca, abbiamo scelto di renderlo la base di appoggio per il fasciatoio comprato all'ikea, quello in faggio. Abbiamo tagliato le gambe e fissato il lato più corto alla parete di fronte, con delle cerniere in modo tale da poterlo alzare all'occorrenza.


Lateralmente ho il termosifone, così terrà sempre al caldo quel corpicino in movimento e lì accanto appenderò delle tasche dove poter sistemare quello che serve al momento del cambio. Il lavandino è dietro di me e la vasca alla mia destra


Tutto sarà vicino e a portata di mano. 
Tutto molto più pratico e a misura
Durante i lavori ci siamo coccolati con la cioccolata calda con panna e con la musica, suonata da quasi tutti i componenti della famiglia.


Sembra lontano, ma quel momento è vicino. Manca poco.

Un abbraccio virtuale a tutti.

12.12.11

Verso la festa.

Buon lunedì di dicembre, sono ancora con la mia bella pancia in attesa, ormai tutto è veramente pronto, non  mi resta che godere degli ultimi giorni in tranquillità, scivolando con decisione verso il Natale e tutta la sua atmosfera festiva.


Il Natale a me piace, le luci mi scaldano il cuore, i colori, la tradizione, il ritmo che si ripete mi rassicura. Non amo l'aspetto commerciale ovviamente, la corsa ai regali (noi ormai sono anni che non ne facciamo se non qualcuno autoprodotto e simbolico), l'eccesso di cibo. Per i bambini è magico, ogni giorno, sempre più, questo aspetto delicato cresce fino alla notte e al giorno di festa. E' un ritmo che si ripete, ogni anno, un momento che loro vivono con maggiore consapevolezza e li arricchisce di fantasia e leggerezza. 
Si, perchè loro si chiedono  come faccia Babbo Natale a leggere la loro letterina o a portare i regali e la risposta è sempre: perchè è magico. E questo a loro basta. 
Si chiedono come fanno a volare le renne e la risposta è sempre: perchè sono magiche. E questo a loro basta e li riempie di stupore. Insomma, come non mai le loro giornate ora sono ricche di questa atmosfera che scalda i cuori. Quale miglior regalo per i bambini dei nostri giorni che vivono nella realtà sfrenata del consumismo e del precocismo su tutto e ad ogni costo. Poter sentire, respirare e vivere il loro tempo pervaso da questa atmosfera tintinnante di magia li rende ancor più i bambini che devono essere. Così spontaneamente intorno creano, inventano, sperimentano oggetti, disegni, giochi a tema natalizio.

Il pinguino di carta, natalizio di Daphne.

Il presepe di cera accanto al biscotto della merenda

L'ispirazione viene cercata ovunque, lo spirito natalizio si nasconde anche nel cibo e nei libri, infatti Daphne ha sfogliato Nigella Christmas della mitica Nigella Lawson e ha segnato cosa preferirebbe preparare per Natale, sicuramente niente di leggero, ma molto in tema, The boozy british trifle, glorioso e godurioso.


La mia concentrazione invece rimane sul prossimo arrivo e in questi giorni ho cucito il cappello da pilota trovato sul sito di Sew Liberated, il modello da scaricare è chiarissimo e semplice. Il piccolo lo terrà sempre sul capo, sin dai primi momenti, bianco e morbido.


Pensando ad una mamma recente, che ho nel cuore insieme al suo Riccardo, vi auguro preparativi luccicanti, sia fuori che dentro il cuore.



3.12.11

Noi.

Noi.


In attesa, ancora come i primi giorni, ma diversi. In attesa, ma non ancora pronti fino a quel momento. Chi lo è, pronto, poi? 
Sicuramente felici, ogni tanto preoccupati, ma sicuramente felici. Più che felici provando quella gioia di fondo, ispirati dalla vita.
Foto scattata con grazia da Ethan. Ha colto il nostro attimo.

1.12.11

Che dire.

Che dire? Prima di tutto scusate l'assenza, ma grazie per le vostre visite giornaliere che comunque ci sono, che mi fanno capire che venite a sbirciare, vedere se c'è magari qualche cambiamento in atto. No, sono ancora qui con la mia bella pancia tonda che mi precede quando avanzo. Semplicemente ho preso tempo per me, sento la necessità di raccogliermi, prima del grande evento, raccogliermi per quanto sia possibile con altri due bambini e la casa da portare avanti. Ma quei pochi spazi che riesco a ritagliare sento che sono necessari per concentrarmi e visualizzare il momento del parto imminente nel modo migliore e più naturale possibile. 


Sono affascinata da Hypnobirth, scoperto di recente, e sto provando comunque a seguire questa tecnica proprio questi ultimi giorni, meglio tardi che mai, per magari riuscire a trarne qualche vantaggio. In realtà non ho paura, neanche del dolore, ho sempre pensato che, se il genere umano è qui, è proprio perchè tutte le donne di questo mondo hanno partorito, penso sia una cosa naturale e comunque mi ritengo fortunata di vivere in un paese in cui in caso di necessità posso godere di assistenza all'avanguardia. Ma quello che sogno, desidero, quello cui cerco di dare forma è un momento speciale per me, il piccolo e mio marito, un momento il più possibile naturale, dove le sensazioni, le emozioni possano essere fluide e piacevoli. Credo sia possibile. Non solo dolore e sofferenza. Di certo vi saprò dire.

Per curare i momenti di questi giorni, ho partecipato brevemente alla festa della Scuola Steineriana, che ci ha aperto ancor di più la strada verso il prossimo evento dell'anno: il Natale.

 Ethan assorto, nel laboratorio di candele a immersione, il più suggestivo, caldo e morbido. Mentre una maestra canta a cappella canti di natale, in silenzio i bambini immergono le candele e si ritrovano, concentrati e appagati.

Ethan arrotola la cera per la candela che useremo il giorno di Natale a tavola.

Infatti da allora i bambini non fanno altro che parlare di quel giorno, pensare a come addobbare la casa, immaginare i regali, cantare canzoni a tema e assolutamente preparare il calendario dell'avvento, che parte da oggi. Si, perchè quello dello scorso anno in carta, purtroppo si è rovinato per poterlo riutilizzare, inoltre loro si stanno divertendo con la macchina da cucire (io li aiuto sia nel creare il progetto, che nelle cuciture e rifiniture) e non potevo evitare di utilizzare della vecchia stoffa di lino bianca e delle vecchie tende rosse in seta. Non è per fare la chic, ma la seta era scolorita e il lino era solo pochi cm disponibili. 


Hanno semplicemente cucito 25 sacchettini di circa 10 cm, alcuni rossi e altri bianchi, hanno loro scritto i numeri su ognuno con i mattoncini pastello e con un pennarello indelebile, poi io, con pazienza (ieri sera, ultimo momento utile, sfinita, stanchissima, ma non potevo rimandare), li ho attaccati uno ad uno, vicini, su un orlo smerlettato rosso che avevo conservato, credo, da almeno 10 anni (ve lo dicevo che quest'anno sogno un Natale rosso rosso rosso).


Eccolo pronto. Appeso al solito posto. Loro appena si sono alzati questa mattina sono corsi giù per le scale per andare a vedere. Mancano ancora 24 sacchettini da riempire.



E per continuare sull'onda natalizia vi segnalo un mio articolo sui  Piccolini, che parla proprio di regali, ma fatti a mano. 


Vi auguro un fine giornata stupendo, rincorrendo il Natale e la sua magia.